Un simbolo in ogni comune – Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, Plastilab ha realizzato una panchina rossa con un messaggio affinché possa contribuire ad un percorso di sensibilizzazione.

Le Amministrazioni pubbliche la possono collocare in una piazza, in un giardino pubblico, davanti ad una scuola, a un museo o in un centro commerciale, o davanti alla sede del Municipio. La panchina è realizzata in plastica di seconda vita e l’istallazione rappresenta anche un messaggio per la tutela ambientale e la ecosostenibilità.

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA ED ECOSOSTENIBILITA’

Questo il connùbio messo in campo da Plastilab – green innovation, giovane start up calabrese, che ha messo in produzione DPC con parti in plastica di seconda vita.
Infatti sia i sostegni dei parafiati, sia le piantane per dispenser sono interamente realizzati con plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata che viene valorizzata tramite una serie di processi per poi essere utilizzata in una serie diversificata di settori che vanno dall’arredo urbano ai giochi per bimbi, da galleggianti per la nautica agli accessori per il food, ed ora anche nel campo dei dispositivi di protezione collettiva contro la pandemia da coronavirus.
Infatti sia i sostegni dei parafiati, sia le piantane per dispenser sono interamente realizzati con plastica riciclata proveniente dalla raccolta differenziata che viene valorizzata tramite una serie di processi per poi essere utilizzata in una serie diversificata di settori che vanno dall’arredo urbano ai giochi per bimbi, da galleggianti per la nautica agli accessori per il food, ed ora anche nel campo dei dispositivi di protezione collettiva contro la pandemia da coronavirus.
Plastilab S.r.l. è una società nata il 2019, nell’ambito dell’incubatore d’imprese NET S.c.ar.l – soggetto gestore del Polo di Innovazione della Regione Calabria “Ambiente e Rischi Naturali”, che ha sviluppato un laboratorio di ricerca grazie ai finanziamenti dell’Asse 1 del POR Calabria 2014-2020.
Tra i primi fruitori degli eco-dispositivi la stessa Regione Calabria che ha installato i parafiati green, donati da Plastilab, negli uffici del settore Ricerca dell’Ente.

Di seguito alcune delle testate che hanno riportato la notizia:

https://www.adnkronos.com/sostenibilita/world-in-progress/2020/06/04/dispositivi-anti-covid-plastica-riciclata-idea-una-startup_6scsm7on9HVXSqkYKothvI.html

https://www.lacnews24.it/economia-e-lavoro/crotone-startup-crea-dispositivi-anti-covid-plastica-riciclata_119166/

Covid-19, una startup crotonese offre una seconda vita alla plastica

http://www.alternativasostenibile.it/articolo/economia-circolare-da-plastilab-arrivano-i-dispositivi-di-protezione-plastica-riciclata

Crotone, da Plastilab dispositivi di protezione anti covid riciclando la plastica

 

https://www.lanuovacalabria.it/post/a-crotone-ce-una-nuova-start-up-dispositivi-anti-covid-da-plastica-riciclata

http://www.giornaledicalabria.it/?p=147827

https://it.notizie.yahoo.com/coronavirus-dispositivi-plastica-riciclata-lidea-001706622.html

http://www.cn24tv.it/news/208035/coronavirus-da-startup-calabrese-dpp-realizzati-con-plastica-riciclata.html

https://it.geosnews.com/p/it/calabria/covid-19-una-startup-crotonese-offre-una-seconda-vita-alla-plastica_29661318

SEMINARIO “Criteri ambientali minimi, acquisti verdi e riuso della plastica per uno sviluppo sostenibile”

SEMINARIO
“Criteri ambientali minimi, acquisti verdi e riuso della plastica per uno sviluppo sostenibile”

INAUGURAZIONE
“Laboratorio per lo studio, la prototipazione e la realizzazione di oggetti tramite l’utilizzo sostenibile dei rifiuti plastici”

Il 13 febbraio 2020 ha avuto luogo, presso l’Edificio Servizi del Consorzio NET a Crotone, un evento legato alla sostenibilità ambientale e alla corretta gestione dei rifiuti, in particolare quelli da plastica riciclata.

NET S.c.a.r.l., Consorzio che svolge, come Polo di Innovazione Regionale, un’attività di animazione, tutoraggio e accompagnamento delle imprese del settore dell’Ambiente, dei rischi naturali, delle energie rinnovabili e per la gestione ecosostenibile dei rifiuti, ha una compagine tra soci e aggregati di oltre 70 aziende, diffuse su tutto il territorio nazionale, e 10 organismi di ricerca tra i quali il CNR, l’Università della Calabria, e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Sono proprio le aziende e gli organismi di ricerca che rappresentano i due asset portanti del Consorzio che si propone, come core business, quello delle creazione e della facilitazione di sinergie virtuose tra imprese e mondo della ricerca.

L’evento del 13 febbraio scorso rappresenta proprio questo, un investimento per lo studio, la prototipazione e la realizzazione di oggetti con plastica di seconda vita e Plastilab S.r.l., una startup innovativa nata nel 2019 che intende operare in questo settore in forte crescita. La sede di PlastiLab è all’interno dell’incubatore del Polo di Crotone, in Via Avogadro, dove viene effettuata l’attività di ricerca e sviluppo.

La mission di PlastiLab è quella di offrire al mercato una serie di servizi che mirano alla lavorazione in loco, delle plastiche provenienti dalla raccolta differenziata. Plastilab intende pertanto operare nei diversi ambiti legati alla plastica “seconda vita” per la realizzazione di elementi di arredo urbano, strutture di parchi giochi attrezzati, arredamenti interni, pavimentazioni, che possono diventare in prospettiva un business importante per tutto il Meridione. Ovviamente ampio spazio sarà dedicato all’attività di ricerca, realizzata all’interno di quello che è di fatto il primo laboratorio in Italia per la caratterizzazione dei rifiuti plastici.

Plastilab è partecipata da IdeaPlast S.r.l., un’azienda con sede a Lainate che opera già, da più decenni, nel settore e che è fiduciosa di ampliare il proprio ambito al sud Italia, inarrivabile commercialmente finora per i costi elevati dovuti alla logista proibitiva del mezzogiorno.

Molto nutrito il programma dell’evento, che ha registrato la partecipazione di numerosi professionisti, aziende, docenti universitari, ricercatori e tecnologi. I lavori sono stati moderati da Giancarlo Giaquinta, responsabile servizi innovativi del Polo, che ha tracciato un quadro del contesto di riferimento nel quale si inquadra l’attività del riuso delle plastiche riciclate, che è quella dell’economia verde, che solo qualche giorno fa ha visto l’approvazione, a Strasburgo, di finanziamenti europei per mille miliardi nei prossimi dieci anni.
Quindi, quello del Consorzio NET, un percorso in linea con le tendenze nazionali, europee e mondiali che vedono nell’economia circolare un importante volano di crescita economica e sociale sostenibile.

I lavori sono proseguiti con i saluti del Presidente del Consorzio Luigi Borrelli il quale ha fatto un’escursus sulle attività svolte e i numerosi progetti in cantiere, così come previsti dal Piano degli Investimenti di oltre 3 milioni di euro finanziati al 65% dalla Regione Calabria nell’ambito del POR 2014/2020.
Un’importante occasione per le aziende calabrese e degli Enti locali di usufruire di servizi e consulenze ad alto valore innovativo.

La parola è passata, per un saluto, a Mario Spanò, past president di NET, attualmente presidente di Confindustria della provincia di Crotone. Il suo intervento tutto incentrato su una visione proattiva dell’imprenditoria locale che deve guardare alle numero possibilità di sviluppo green in un’ottica globalizzata nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità sociale.

La parola è passata, a Carlo Di Noia, dirigente di Fincalabra S.p.A. strumento tecnico ed operativo della Regione Calabria, che ha rappresentato l’efficace ruolo della Società: nell’attuazione delle politiche di sviluppo economico, nella creazione di nuova impresa, di accompagnamento delle aziende nei diversi investimenti previsti, nell’innalzamento dei livelli di competitività, nella promozione dello sviluppo tecnologico, nel sostegno alla internazionalizzazione, nella qualificazione delle risorse professionali e manageriali al fine di un significativo incremento dei livelli occupazionali in Calabria.

Un particolare saluto ai lavori del seminario è stato fatto anche da Antonella Rizzo, assessore regionale all’Ambiente, che ha seguito nelle varie fasi la realizzazione del progetto del “Laboratorio per le plastiche di seconda vita” in un’ottica di realizzare, nel futuro, manufatti non solo con plastiche riciclate, ma  “riciclate in Calabria”, un brand che darebbe un importante valore aggiunto, comportando l’azzeramento delle importanti emissioni dovute ai trasporti, nelle varie fasi, del materiale.

La sezione degli interventi specialistici è iniziata con l’intervento di Salvatore Leto, direttore tecnico di NET S.c.ar.l., che ha spiegato la nascita dell’iniziativa la quale avviene nell’ottica di capitalizzare le numerose esperienze realizzate in Europa nel campo del riciclo della plastica, realizzando in Calabria, in un particolare momento storico, una serie di servizi in questo settore che mira ad ampliarsi. Particolare momento storico in quanto:
○ da una parte vi è stata, negli ultimi anni, una notevole sensibilizzazione dei Comuni calabresi alla raccolta differenziata;
○ dall’altro l’imposizione agli Enti Pubblici dell’adozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) che privilegiano l’utilizzo di prodotti sostenibili provenienti dal riciclo.
Quindi la possibilità di offrire una serie di servizi che mirano allo studio, all’analisi e alla lavorazione, in loco, delle plastiche provenienti dalla differenziata, che rappresentano un mercato sicuramente in crescita.

L’intervento di Marco Mancini, membro dell’Osservatorio Appalti Verdi, è stato incentrato sui risultati del primo Rapporto sull’applicazione del Green Public Procurement (GPP) in Italia che ha coinvolto 734 Comuni, 88 Comuni capoluogo e 52 Parchi ed Aree marine protette. Uno degli interessanti dati emersi attraverso il rapporto è che in Italia, indistintamente da nord a sud, i Comuni ritengono che la principale difficoltà sull’applicazione dei GPP risieda nella carenza di formazione del personale, segue la difficoltà nella stesura dei bandi e quella di trovare imprese con i requisiti previsti dai CAM. In quest’ottica, strutture come il Consorzio NET si possono candidare per il superamento di tali problematiche.

L’intervento di Silvano Fallocco, direttore della Fondazione Ecosistemi, ha completato, arricchendolo con le proprie esperienze la relazione di Marco Mancini. E’ stata descritta la situazione in Italia riguardante l’applicazione dei CAM, evidenziandone i punti di forza e le criticità, soprattutto relativamente ad alcuni comuni dove la Fondazioni Ecosistemi è stata consultata per la redazione di capitolati e bandi di gara. Quindi una situazione dove i diversi operatori rincorrono la legislazione che sembra essere più avanti rispetto alle possibilità di Enti pubblici e Aziende private di piccole dimensioni di stare al passo.

Di carattere squisitamente tecnico-scientifico la relazione di Antonio Tursi, giovanissimo ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria, che lavora nel gruppo di ricerca CF-INABEC, Laboratorio di Chimica-Fisica dei Materiali e Processi per l’Industria, l’Ambiente e i Beni Culturali. Molte le possibilità di ricerca prospettate dal Ricercatore, che è anche Consigliere della Società Chimica Italiana, nel settore delle plastiche di seconda vita, infatti ha spiegato come è possibile migliorare sensibilmente le proprietà delle plastiche da riciclo aggiungendo prodotti naturali (tipo ginestra, canapa, ecc.) insieme a specifici additivi che favoriscono i legami tra i prodotti petrolifici (le plastiche) e le sostanze naturali.

Totalmente di carattere imprenditoriale l’intervento di Alessandro Trentini, presidente della startup Plastilab – Green innovation, che opera nel settore da oltre un trentennio a Lainate, e a visto l’evoluzione del sistema di produzione e commercializzazione dei prodotti plastici. Trentini ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato in Calabria, trasferendo il know-how acquisito per intercettare fasce di mercato irraggiungibili dalla Lombardia, per i notevoli costi di trasporto che rendono impossibile qualsiasi forma di commercializzazione di prodotti, di fatto, di costo contenuto. Plauso per l’idea di realizzare un marchio “riciclato in Calabria” che può essere un ulteriore stimolo verso differenziazione dei rifiuti e l’acquisto di prodotti realizzati da materia prima seconda.

Gli interventi si sono conclusi con la realzione di Rosalba Maida, funzionaria del settore ricerca scientifica e innovazione tecnologica della Regione Calabria, che ha riportato, con grafici e tabelle, i risultati raggiunti dall’Ente Regionale in termini di investimenti effettuati e obiettivi conseguiti. In particolare sono stati indicati i bandi pubblicati e quelli di prossima pubblicazione che rappresentano per la ricerca la linfa vitale di sviluppo e l’unica possibilità per l’imprenditoria per rimanere su un mercato che risulta essere più globalizzato. In questo scenario la parola d’ordine deve essere la cooperazione tra imprese e organismi di ricerca.

Le conclusioni sono state affidate a Gabriele Allitto, dirigente del settore ricerca scientifica e innovazione tecnologica della Regione Calabria, che ha ripreso gli aspetti più significativi del seminario e il ruolo di incubatori, come il Consorzio NET, che accelerano e rendono sistematico il processo di creazione di imprese, fornendo una serie di servizi di supporto integrati che includono a volte gli spazi fisici, i servizi di supporto allo sviluppo del business e le opportunità di integrazione e networking. Incubatori di terza generazione caratterizzati da una spiccata specializzazione e supporto anche nella cooperazione nell’ambito di cluster per imprese innovative.
Tutte attività che la Regione favorisce tramite finanziamenti ai progetti così come previsto dalla strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente della Calabria S3.

Alla conclusione dei lavori si è passati al taglio del nastro di inaugurazione del“Laboratorio per lo studio, la prototipazione e la realizzazione di oggetti tramite l’utilizzo sostenibile dei rifiuti plastici”

Il laboratorio è costituito da tre sezioni: l’estrusione, le analisi fisiche, chimiche e reologiche, e il settore prototipazione.
L’estrusione è certamente il settore più importante soprattutto per gli aspetti di ricerca e sviluppo che le aziende possono realizzare; l’estrusore è un monovite con una produzione di 150 kg/h, quindi una soluzione semindustriale per quantitativi limitati di prodotto. E’ possibile realizzare delle mescole, additivando la plastica proveniente dalla raccolta differenziata con sostanze naturali (es. canapa, la ginestra, ecc…) per ottenere delle materia prime seconde che possono essere utilizzate per la realizzazione di specifici manufatti.

Eseguita l’estrusione della materia plastica si passa alla sezione relativa alle prove di laboratorio per verificare le proprietà chimiche, fisiche e reologiche. Una serie di specifiche attrezzature quali: calorimetro a scansione differenziale, MFI per la determinazione della facilità di un polimero fuso di fluire attraverso un capillare a diverse temperature, dinamometro che opera fino a 10 kN e un durometro digitale portatile, permettono di realizzare tutta una serie di analisi per certificare il prodotto e valutarne l’utilizzo per la produzione di manufatti in un insieme diversificato di settori.

L’ultimo settore del laboratorio è quello relativo alla prototipazione, infatti tramite macchine a controllo numerico sarà possibile realizzare prototipi per valutare tutte le caratteristiche del manufatto da produrre poi attraverso serie industriali.

Partendo dall’analisi delle caratteristiche che il manufatto deve avere, sarà possibile scegliere i materiali in modo accurato, studiare i volumi e i cicli produttivi e fornire la soluzione alle esigenze che il mercato attuale richiede.
Si potranno così risolvere già in fase di progettazione del manufatto tutte le problematiche legate alla realizzazione del prodotto, sempre in considerazione della tecnologia di produzione che si vuole adottare.

Notizia Ansa – Startup a Crotone trasforma rifiuti in plastica in giochi. Si chiama PlastiLab, partecipata dalla milanese Idea Plast

E’ nata a Crotone una startup per riciclare la plastica raccolta con la differenziata e trasformarla in giochi per bambini nei parchi. Si chiama PlastiLab-Green Innovation: è aggregata al Consorzio Net e vede la partecipazione di Idea Plast, società specializzata di Lainate, nell’hinterland milanese. La sede di PlastiLab è presso il Polo di Innovazione Regionale Ambiente a Crotone.

La nuova società vuole cominciare a colmare lo storico gap di strutture per il riciclo dei rifiuti nel Mezzogiorno. PlastiLab con la spazzatura di plastica realizza elementi di arredo urbano, strutture di parchi giochi attrezzati, arredamenti interni, pavimentazioni. Oltre alla produzione, la società si dedica alla ricerca, con il sostegno dell’Università della Calabria.

Intervista ad Alessandro Trentini per Presa Diretta – Rai 3

Nel corso della puntata di Presa Diretta “Nord Terra dei Fuochi”, in onda sabato 2 marzo alle ore 21.45 su RAI 3, è stata trasmessa l’intervista ad Alessandro Trentini, presidente di PlastLab – Green Innovation.

Plastilab S.r.l., start up aggregata al Consorzio NET – Gestore del Polo di Innovazione “Ambiente e Rischi Naturali”,  è la società partecipata calabrese da Idea Plast, che da anni si occupa dello sviluppo di soluzioni innovative per il recupero e il corretto riutilizzo della plastica, applicando concretamente il concetto di economia circolare, che genera benefici per i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche virtuose.

Plastica come materia prima seconda

Il processo di riciclo consiste in una sequenza di operazioni – in generale di macinazione, lavaggio e vari stadi di asportazione delle frazioni indesiderate, cui si aggiunge in molti casi il processo di granulazione. Queste attività sono svolte da imprese specializzate, i riciclatori, che possono trattare un polimero specifico o anche differenti polimeri. Sono questi gli impianti che assicurano il riciclo della raccolta differenziata urbana, oltre a trattare spesso altri quantitativi di materie plastiche non provenienti dal servizio pubblico di raccolta differenziata. Con la produzione delle scaglie o dei granuli, il riciclo è avvenuto e il rifiuto è trasformato in nuova materia prima, cd. Materia Prima Secondaria (MPS) o End of Waste, pronta per essere immessa in un nuovo processo produttivo. Scaglie e granuli sono però semilavorati; la strada per arrivare a vedere degli oggetti finiti può essere ancora relativamente lunga e complessa. I campi di utilizzo delle MPS variano a seconda del polimero che è stato riciclato.

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L’importanza dei CAM (Criteri Minimi Ambientali)

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.

I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione e sono adottati con Decreto del Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare.       

La loro applicazione sistematica ed omogenea consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili e produce  un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi alle nuove richieste della pubblica amministrazione.  

In Italia, l’efficacia dei CAM è stata assicurata grazie all’art. 18 della L. 221/2015 e, successivamente, all’art. 34 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato dal D.lgs 56/2017), che ne hanno reso obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le stazioni appaltanti.

Questo obbligo garantisce che la politica nazionale in materia di appalti pubblici verdi sia incisiva non solo nell’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali, ma nell’obiettivo di promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili, “circolari “ e nel diffondere l’occupazione “verde”.  

Oltre alla valorizzazione della qualità ambientale e al rispetto dei criteri sociali, l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi risponde anche all’esigenza della Pubblica amministrazione di razionalizzare i propri consumi, riducendone ove possibile la spesa.  

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